Cosa ostacola il tuo cambiamento?
È capitato anche a te di avere una convinzione tanto forte da portarti ad agire in un determinato modo, sicuro/a di essere nel giusto, ma di ritrovarti poi in una situazione spiacevole?
Continua a leggere, ti spiegherò cosa è successo.
In precedenza abbiamo definito cosa sono le convinzioni limitanti, ora entreremo più nello specifico: voglio parlarti di quelle che Albert Ellis definì convinzioni irrazionali.
Abbiamo già detto che le nostre convinzioni sono in grado di modificare e trasformare la realtà esterna, generando una vera e propria distorsione della realtà stessa.
Quando tali distorsioni sono molto frequenti, si originano quelle che Ellis definì convinzioni irrazionali, così chiamate perché sono troppo rigide, illogiche o addirittura false.
Vediamole assieme, ti consiglio di provare a individuare quali delle seguenti ti sembrano appartenere.
1. Io, essere umano adulto, ho assoluto bisogno (estrema necessità o esigenza) di venire (sempre) amato, stimato e approvato (o almeno non giudicato male – o al minimo ignorato) da tutte le persone (che io ritengo) significative (importanti) del mio ambiente = da tutti quelli che dico io – altrimenti è gravissimo, orribile, terribile, catastrofico.
2. Io devo assolutamente essere (e/o dimostrarmi) sempre perfettamente adeguato, competente e di successo in tutto quello che faccio e sotto ogni rispetto (o almeno in questa cosa specifica, oppure in almeno una cosa) – altrimenti sono indegno di valore = valgo poco o niente.
3. Tutte le persone che dico io (compreso me stesso) devono assolutamente comportarsi (sempre) come mi pare giusto (come dico io) – altrimenti sono intrinsecamente cattive, malvagie e scellerate, e quindi meritano di essere severamente condannate e punite (anche perché così imparano).
4. Tutte le cose devono assolutamente andare (sempre) come piacerebbe a me, come mi sembra giusto che vadano (insomma, come dico io) – altrimenti è inaccettabile, intollerabile, insopportabile (io non lo accetto, non lo tollero, non lo sopporto).
5. La mia infelicità (disagio, ansia, depressione, angoscia, rabbia, eccetera) dipende da cause esterne (o essenzialistiche o esistenzialistiche??) e quindi io posso fare poco o niente per cercare di controllare le mie pene e i miei disturbi (varianti: io reagisco così – sono fatto/a così – è la mia natura, il mio carattere, la mia personalità).
6. Siccome può succedere (succedermi) qualcosa di brutto, pericoloso o dannoso allora:
a) mi devo preoccupare in continuazione;
b) devo pensare che succederà (quasi) di sicuro;
c) che succederà nelle forme peggiori;
d) che non ci potrò (non ci si potrà, nessuno ci potrà) mai fare nulla;
e) e che tutto finirà nel modo più orribile, terribile e catastrofico.
7. Se qualcosa mi sembra difficile (perché richiede impegno, fatica, disagio, o una mia assunzione di responsabilità, ovvero mi provoca ansia) allora mi conviene evitarla piuttosto che affrontarla.
8. Io sono debole (insicuro/a, incapace, emotivamente instabile e facilmente vulnerabile) e quindi ho bisogno di qualcuno più forte a cui appoggiarmi e da cui dipendere – altrimenti non ce la posso fare (a vivere, a esser felice, a lavorare, a muovermi, ecc.).
9. Il mio passato (la mia infanzia, le mie esperienze precoci) è la determinante assoluta delle mie condizioni attuali; e se una volta qualcosa ha avuto una forte influenza su di me, allora continuerà per sempre ad esercitare lo stesso effetto – quindi non c’è niente da fare (la mia personalità, il mio carattere è stato formato in questo modo e quindi non si può cambiare).
10. Se qualcuno (gli altri, tutti gli altri o tutti quelli che dico io) ha qualche problema o disturbo o sofferenza che gli fa fare (dire, pensare o sentire) qualcosa che non mi piace (che mi sembra sconveniente, irragionevole, dannoso, ingiusto, ecc.) allora io mi devo tremendamente sconvolgere per questo motivo.
11. E’ sempre possibile trovare una soluzione perfetta (o avere una sicurezza assoluta, ovvero un controllo completo) di fronte a qualsiasi problema umano, e quindi io la devo assolutamente raggiungere – altrimenti succederanno catastrofi ed orrori.
Le 11 convinzioni irrazionali possono essere raggruppate in 4 gruppi principali, in quanto ogni convinzione afferisce ad una generale ideologia di fondo, attraverso la quale si interpreta la realtà.
Tali gruppi sono:
1) Doverizzazioni (devo essere bravo)
2) Valutazione globale del valore personale, proprio e altrui (non valgo/non valgono);
3) Terribilizzazioni/Catastrofizzazioni (è terribile se andasse in questo modo);
4) Intolleranza alla frustrazione (è intollerabile pensare di smettere).
Etichettare la realtà in questo modo non fa altro che generare dei blocchi, ovvero sofferenza e paralisi nel cammino della nostra vita.
Siamo giunti alla fine di questo articolo, adesso vorrei che ti prendessi un minuto per te e ti domandassi se qualcuna delle convinzioni limitanti, appena elencate, ti sembrano appartenere.
Se così fosse, fammi sapere cosa provi, cosa ne pensi e lascia che ti aiuti.
Se vuoi, puoi contattarmi compilando il modulo che trovi qui sotto, oppure attraverso la pagina Contatti di questo sito.
Inoltre, ti inivto a seguire le mie pagine social, Facebook – Dott.ssa Mariangela De Rogatis – e Instagram – @balance_psi – dove troverai spunti quotidiani utili alla tua crescita personale.
Nel prossimo articolo ti farò conoscere delle tecniche, semplici ed utili, per capire come gestire al meglio le credenze limitanti ed ottenere convinzioni potenzianti.
Ricorda: È sempre il momento giusto per prendersi cura di sé, sentirsi meglio si può!
Grazie e a presto!
Dott.ssa Mariangela De Rogatis, Psicologa-Psicoterapeuta
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