Quali sono le fasi del cambiamento?
Ci deliziamo nella bellezza della farfalla, ma raramente ammettiamo i cambiamenti a cui ha dovuto sottostare per raggiungere quella bellezza.
MAYA ANGELOU
In questo articolo voglio parlarti del Modello TransTeorico elaborato dagli psicologi James Prochaska e Carlo Di Clemente.
Si tratta di un modello nato nell’ambito di uno studio sull’abbandono delle dipendenze, ma è applicabile a qualsiasi cambiamento deciso in modo consapevole.
L’idea di base è stata quella di coinvolgere più approcci psicoterapeutici e integrarli in un unico modello – da qui il nome transteorico – che potesse spiegare il percorso effettuato da un individuo verso un cambiamento.
Che si tratti di eliminare un comportamento rischioso o di compiere una trasformazione a livello personale, Prochaska e Di Clemente hanno osservato che le fasi che portano a un cambiamento sono 6 e comuni a tutti.
Fase 1: Pre-contemplazione
La fase iniziale di questo processo è molto delicata. L’individuo probabilmente sa che deve cambiare qualcosa nella sua vita, ma non è ha una piena consapevolezza. La reazione è ancora quella del rifiuto che si riflette in una forte resistenza al cambiamento.
Questa situazione può essere dovuta anche a tentativi precedenti, che sono falliti e che quindi hanno portato un senso di frustrazione e demoralizzazione, facendo perdere la fiducia nelle proprie capacità.
Fase 2: Contemplazione
Quando s’iniziano a prendere in considerazione i benefici di un cambiamento, inizia anche a nascere una certa consapevolezza della necessità di affrontare un percorso in tale senso.
Si entra così nella fase della contemplazione, dove, però, possono ancora essere presenti delle ambivalenze tra la voglia di cambiare e quella di rimanere al proprio posto.
Si può dire che la paura di ciò che un cambiamento potrebbe comportare, o della fatica che si dovrà affrontare, sono ancora un forte fattore di resistenza.
Fase 3: Preparazione
Entrare in questa fase significa aver maturato una decisione consapevole.
È finalmente arrivato il momento di programmare quali passi compiere per apportare il cambiamento necessario al proprio benessere.
In questa fase la consapevolezza è tale da riuscire a stilare la lista di passaggi necessari ad attuare il proprio obiettivo, che ora deve maturare in azioni concrete.
Fase 4: Azione
Quando dalle parole si passa alle azioni concrete, allora si entra nella quarta fase: il processo di cambiamento è davvero in atto.
In questo stadio si attivano strategie concrete che hanno il fine di realizzare i comportamenti necessari alla trasformazione.
Bisogna tenere presente che “l’azione da intraprendere” potrebbe anche non modificare direttamente il comportamento su cui si decide di lavorare, ma potrebbe essere anche un insieme di gesti che conducono a quell’obiettivo.
La cosa più importante da tenere presente è che alle parole devono necessariamente seguire le azioni, altrimenti il rischio è di ritornare alle fasi precedenti.
Fase 5: Mantenimento
Se le azioni concrete sono state attuate per un certo tempo, si entra nella fase del “mantenimento”.
L’aver perseverato nella fase dell’azione induce a una maggiore fiducia nelle proprie capacità e a un aumento del senso di autoefficacia.
Le “nuove consapevolezze” così acquisite saranno la base su cui consolidare e costruire il cambiamento desiderato, e fare in modo di non ricadere nei vecchi schemi.
Fase 6: Recidive
Raggiunta la fase del mantenimento potresti pensare di aver concluso il tuo percorso.
In realtà è possibile che si presenti un ritorno ai vecchi comportamenti.
È del tutto naturale che si verifichino delle recidive, e in queste situazioni è possibile provare delusione e frustrazione.
Che fare allora?
Il segreto è continuare, ricominciare daccapo se necessario.
Un cambiamento per essere effettivo ha bisogno d’impegno e costanza.
In tal senso è bene mettere da subito in conto la possibilità di una ricaduta, ma anche avere le idee chiare sull’impegno da mettere in campo e sui benefici che il cambiamento potrebbe comportare.
Sfrutta la ricaduta per correggere i tuoi passi e resettare il tuo cammino, non è una battuta d’arresto, ma è un’ulteriore opportunità di apprendimento.
Osservazioni
Osservando le fasi del cambiamento secondo il Modello Transteorico è chiaro come questo sia un processo dinamico, che ha bisogno di tempo e costanza per essere messo in atto.
Infatti, è sbagliato pensare che il passaggio da uno stadio all’altro sia immediato, anzi, il più delle volte le ricadute si presentano già nelle prime fasi.
Inoltre è da tenere sempre presente che qualsiasi cambiamento quasi mai avviene dall’oggi al domani, perché si tratta di un processo.
Il cambiamento è percorso da compiere a piccoli passi.
Conclusioni
Nel momento in cui decidi di cambiare stai mettendo in discussione convinzioni e abitudini che ti hanno fatto compagnia per molto tempo.
Questo significa rinunciare a certezze e azioni, che, anche se riconosci come sbagliate, generano un senso di sicurezza, difficile da abbandonare.
Un cammino verso il cambiamento sarà sicuramente un impegno a livello emotivo, ricorda che non devi affrontarlo da solo/a.
Che il tuo obiettivo sia abbandonare un’abitudine dannosa, migliorare te stesso/a o affrontare un problema emotivo, puoi sempre contare sul sostegno psicologico di un professionista.
Lo/a psicologo/a può accompagnarti passo passo nel tuo cammino, sostenerti nell’affrontare dubbi e incertezze, e soprattutto aiutarti a prendere consapevolezza dei tuoi bisogni.
Se senti la necessità di chiarimenti, o hai dubbi e perplessità puoi scrivermi tramite la pagina Contatti di questo sito, sarò ben lieta di risponderti.
Inoltre, se vuoi, puoi seguire le mie pagine Facebook – Dott.ssa Mariangela De Rogatis – e Instagram – @balance_psi – dove troverai consigli e spunti per il tuo benessere psicofisico.
Ricorda: È sempre il momento giusto per prendersi cura di sé, sentirsi meglio si può!
Grazie e a presto!
Dott.ssa Mariangela De Rogatis, Psicologa-Psicoterapeuta
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