Approfondiamo oggi la conoscenza del lavoro dell* Psicolog* attraverso la rubrica La Psicologa?Perché? parlando di Psicologia e Pregiudizi.
La psicologia non può dire alla gente come dovrebbero vivere le loro vite. Ciò che può fare è offrire un significato che consenta loro di cambiare sul piano personale e sociale.
Albert Bandura
Sebbene negli ultimi periodi si sia parlato molto di salute mentale e di benessere psicologico, grazie alle numerose testimonianze di volti noti dello sport o del mondo dello spettacolo, dire ad alta voce che si sta seguendo una terapia psicologica genera ancora una certa vergogna.
Addirittura, in molti casi, si ha paura di chiedere aiuto a un* psicolog* a causa di tutta una serie di pregiudizi che si trasformano in limiti e ostacoli per il raggiungimento del proprio benessere psicofisico.
Cosa si nasconde dietro queste paure?
In quest’articolo, scopriremo quali sono i pregiudizi che più circondano il lavoro dell* psicolog* e soprattutto come superarli e per iniziare a prendersi cura di sé!
Psicologia e Pregiudizi
Solitamente, se si percepisce un disagio fisiologico, ci si rivolge a un medico, se il disagio è di natura psico-emotiva, la situazione cambia un po’.
Gran parte degli individui interpreta queste problematiche come debolezza o mancanza di volontà, piuttosto che come comportamenti disfunzionali e pericolosi per il proprio benessere.
In realtà, il più delle volte, ciò che crea disagio, è la paura di affrontare apertamente certe tematiche che metterebbero in evidenza davvero se stessi e le proprie convinzioni.
Mi spiego meglio.
La paura è un’emozione che fa parte del sistema di difesa innato del nostro complesso mente-corpo, quindi è del tutto normale e naturale provarne.
Si tratta di un’emozione dominata dall’impulso di reazione a una percezione di minaccia, reale o immaginata.
Avere pregiudizi o timori riguardo la psicoterapia, altro non è che una reazione alla minaccia costituita dal dover affrontare i propri limiti oppure le convinzioni riguardo al giudizio altrui, dettate da certi condizionamenti sociali.
Infatti, scoprire nuove parti di sé o accogliere quelle che ci spaventano, superare la paura di essere giudicati – dal terapista o dal resto del mondo- genera timore e può essere destabilizzante, ma è da qui che parte il cambiamento.
A questo punto, scopriamo e superiamo insieme alcuni dei pregiudizi più frequenti che riguardano il lavoro dell* psicolog*, così da poter trarre il meglio da questa professione.
Quali sono i pregiudizi più frequenti?
Ed eccoci arrivati ai pregiudizi più comuni che sentirai o hai già sentito riguardo la Psicoterapia.
Leggi questo elenco con me, e poi, se vuoi, fammi sapere cosa ne pensi, o se ne conosci altri.
1. Il divano
In questo caso, più che di pregiudizio parlerei di falso mito.
Infatti, ti svelo un segreto, in molti studi psicologici il divano non è presente.
So bene che nell’immaginario collettivo andare dall* psicolog* significa sdraiarsi su un divano e raccontarsi, certo può accadere, ma non è obbligatorio!
Tutto dipende dall’approccio terapeutico e dalla tipologia d’intervento, potresti stare comodamente sedut* su una poltrona oppure sdraiato su un tappetino, sii aperto e pronto a tutto.
2. Secondo la psicologia è sempre colpa dei tuoi genitori o della tua infanzia
Quando l* psicolog* ti invita a parlare del tuo passato, del tuo contesto familiare o della tua infanzia, l’intento è quello di aiutarti a capire il modo in cui ti sei evolut*.
Non si tratta di trovare “colpevoli”, ma di avere consapevolezza di alcuni modelli di comportamento o di pensiero, che in qualche modo hanno influenzato il tuo modo di agire attuale.
Riconoscere e accogliere il proprio bagaglio personale è il punto di partenza per l’inizio di ogni cambiamento.
3. Impegno e volontà possono bastare!
Impegno e buona volontà sono solide basi su cui costruire la propria crescita, ma da soli non bastano.
È vero, decidere di intraprendere un percorso di psicoterapia può spaventare o essere difficile, perché bisogna fare i conti con le proprie fragilità, e allora impegno e buona volontà sono più che necessarie.
Ma ci sono numerosi contesti in cui, cercare di risolvere i propri disagi in modo autonomo, potrebbe rivelarsi inutile, faticoso o addirittura peggiorare la situazione.
Questo accade perché l* psicolog* è un professionista della salute mentale, cioè ha le competenze e le conoscenze adatte per sostenere il tuo cammino di crescita e sviluppo.
Ti può aiutare a riconoscere i motivi e le cause che generano i tuoi blocchi e a scoprire come superarli in modo efficace.
4. Se hai bisogno di qualcuno con cui sfogarti puoi parlare con me
Nei momenti di difficoltà, avere il sostegno e la vicinanza di familiari e amici è fondamentale, può fare davvero la differenza.
Tuttavia, confidarsi con loro può non bastare.
Il colloquio psicologico è ben diverso da una bella chiacchierata o da un momento di sfogo, per 2 semplici motivi:
– l* psicolog* è un professionista, ha una formazione e l’esperienza necessaria per riconoscere i tuoi schemi di pensiero e, quindi, farti notare dettagli o comportametni disfunzionali che ad altri possono sfuggire.
Se un amico o un parente possono esserti di supporto nel tuo percorso, l* psicolog* ti aiuta a riconoscere i tuoi limiti, a trovare le giuste strategie per a superarli.
– l* psicolog* è disinteressato, quindi è obiettivo e non coinvolto emotivamente.
Con un amico o un parente non si è mai sinceri al 100%.
Vergogna o paura di ferire potrebbero limitare la tua sincerità e farti perdere l’occasione di risolvere i tuoi problemi.
5. L* psicolog* mi dirà cosa fare!
Un* psicolog* non ti dirà mai cosa fare, non è il suo compito.
Potrebbe insegnarti delle tecniche e delle strategie per affrontare dei disagi, utili per migliorare la tua qualità di vita, ma sta al paziente riconoscere il momento in cui metterli in atto, per trarne giovamento.
Durante la terapia il paziente è collaborativo, significa che è partecipe, ha un ruolo attivo, non è un soggetto passivo che riceve indicazioni sul da farsi.
Il ruolo della psicoterapia, come detto più volte, è di accompagnare il paziente alla (ri) scoperta di sé, delle sue risorse e delle sue capacità, affinché sviluppi la sua autonomia e intraprenda il suo percorso di crescita e miglioramento.
6. Una volta iniziata una psicoterapia non finirà mai
C’è chi teme che possa essere un’impresa lunga e costosa, e quindi vi rinuncia in partenza, poi ci sono quelli che pensano che basti una sola seduta.
In entrambi i casi c’è un errore di valutazione.
Non esiste un tempo standard.
Infatti, per quanto riguarda i tempi, è difficile essere precisi, ogni qual volta possibile, può essere di breve durata, ma non esiste un tempo specifico.
Al massimo, dopo i primi incontri, si potrà ricevere un’indicazione approssimativa sulla durata, perché le variabili da considerare sono molte.
Ad esempio, bisogna considerare la situazione di partenza, gli obiettivi da raggiungere, la predisposizione personale del paziente, si tratta di un vero e proprio lavoro su se stessi ed è impossibile quantificarne a priori la durata.
Per alcuni possono essere utili un paio di sedute, per altri il lavoro necessita di più incontri, altri potrebbero scegliere di vedere un* psicolog* a intermittenza, ogniqualvolta sentano di volerlo o di averne bisogno.
7. È solo spreco di tempo e denaro
Investire sulla propria salute mentale non è mai uno spreco di tempo o denaro.
Prova rispondere a queste domande.
Quanto ne gioverebbe la tua esistenza, se riuscissi a modificare i tuoi schemi di pensiero o di comportamento che limitano la tua vita?
Come migliorerebbe la qualità delle tue relazioni, se riuscissi finalmente a superare quelle paure o quei blocchi emotivi che ti tengono lontan* dalla tua felicità?
Riesci davvero a dare un prezzo al miglioramento della tua vita?
Ora, capisco che un impegno economico possa essere davvero un limite, ma voglio ricordarti che la normativa fiscale italiana prevede che le prestazioni erogate da un* psicolog* possono essere detratte nella Dichiarazione dei Redditi, in quanto prestazioni sanitarie.
Quindi non lasciarti spaventare, ma informati e cerca di capire come poter usufruire di queste prestazioni.
8. Non ne ho bisogno, io non sono pazz*.
Ultimo pregiudizio, ma sicuramente quello più difficile da sfatare.
Viviamo in una società di vincenti, anzi in cui tutti appaiono così.
Ma la realtà? Cosa ci dice?
Ci dice che il numero d’individui, che ammette o sente di soffrire di un qualche disagio psicoemotivo, è in costante crescita, eppure, il numero di persone che si rivolgono ad un* psicolog* no.
Perché accade?
Forse perché per molti la paura di dichiararsi fragili o di fare i conti con i propri limiti, significa essere deboli all’occhio del mondo.
Un mondo in cui, tutti vorremmo essere perfetti e “funzionali”, e accettare di essere fragili è ancora un tabù, nonostante sia il più grande atto di coraggio che un individuo possa compiere.
Prendersi cura di sé, non significa ammettere di essere deboli, il contrario!
Significa essere consapevoli che è arrivato il momento di agire, di mettersi in gioco, di prendere in mano la situazione e ottenere il proprio benessere!
Conclusioni
Come hai potuto notare, purtroppo, molti sono i pregiudizi che ruotano non solo intorno alla professione dell* psicolog*, ma anche nei riguardi di chi decide di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Solo la conoscenza di questa professione e delle magnifiche opportunità che offre per il miglioramento delle nostre vite, potrà finalmente liberarci da questi pregiudizi.
Capita a tutti di aver bisogno di aiuto o di vivere un momento di difficoltà, non è mai indice di debolezza o inferiorità, è solo la vita che accade.
Ciò che conta, e che fa davvero la differenza, è il modo in cui reagisci alle difficoltà.
Infatti, bisogna essere molto coraggiosi per riconoscere che è arrivato il momento di agire per cambiare, di agire per creare la vita che desideri.
Quando si decide di rivolgersi ad un* psicolog*, si può trovare il supporto e la professionalità necessaria per affrontare e gestire le proprie circostanze di vita.
Il suo compito è di guidare il paziente alla (ri)scoperta di se stess*, il suo lavoro è fondamentale per alleviare le tue difficoltà e superarle.
Non ti darà risposte, ma ti aiuterà a trovarle e, spesso, attraverso domande cui non avresti mai pensato, attraverso un punto di vista professionale e funzionale al tuo benessere.
Intraprendere un percorso di psicoterapia ti condurrà a capire certi tuoi comportamenti, riconoscere emozioni, risolvere disagi, ma soprattutto a (ri)scoprire le tue risorse, e finalmente rifiorire.
Continua a seguire il mio blog, nel prossimo appuntamento La Psicologa? Perché? scopriremo i motivi per cui è necessario rivolgersi a un* psicolog*.
Stay tuned!
Se hai dubbi o vuoi farmi domande riguardo l’argomento trattato in questo articolo non esitare a contattarmi, trovi i miei recapiti nella pagina Contatti.
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Ricorda: È sempre il momento giusto per prendersi cura di sé, sentirsi meglio si può!
Grazie e a presto!
Dott.ssa Mariangela De Rogatis, Psicologa-Psicoterapeuta
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